Misure di Prevenzione per Ambienti Confinati

Rischi e misure prevenzione spazi confinati

Gli spazi confinati continuano ad essere causa di numerosi infortuni gravi e mortali. E in questa fase di ripresa lavorativa, dopo il periodo più buio della pandemia relativa al virus SARS-CoV-2, non sono pochi gli incidenti mortali che avvengono ancora negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

L’analisi degli incidenti all’interno di ambienti di lavoro confinati spesso mette in luce la scarsa informazione e formazione degli operatori sui pericoli, la mancata valutazione del rischio e il non rispetto di quanto previsto dalla normativa.

Inoltre spesso in questi incidenti sono coinvolti anche i soccorritori, perché l’intervento di soccorso è improvvisato e non, invece, oggetto di una pianificazione tarata sulla conoscenza dei numerosi e insidiosi fattori di rischio presenti.

I pericoli legati agli spazi confinati e l’asfissia

Riguardo ai pericoli legati agli spazi confinati si indica che molti fattori di rischio riscontrabili in un luogo di lavoro ‘normale’ (cioè pensato per la presenza continuativa di lavoratori) possono essere presenti anche in un ambiente confinato.

Tuttavia, pur nella complessità delle situazioni negli ambienti confinati, le ipotesi di rischio si possono ricondurre essenzialmente a tre fattispecie:

  • configurazione dello spazio e delle vie di uscita
  • carenza di ossigeno
  • presenza di sostanze tossico/nocive, infiammabili o comburenti

Il rischio più insidioso, negli ambienti confinati, è quello dell’asfissia anossica, che deriva da sostanze come i gas inerte, che sono comunemente presenti in natura, non sono classificati come pericolosi e quindi non assoggettati al dispositivo di comunicazione del pericolo (etichetta, pittogramma).

 

La prevenzione per l’esecuzione di lavori in ambienti confinati

Come prima cosa, il datore di lavoro deve valutare se sia possibile o meno evitare di far entrare le persone in spazi confinati. Talvolta un’attenta e scrupolosa pianificazione del lavoro o un diverso approccio concettuale, metodologico e tecnico può evitare la necessità di svolgere operazioni all’interno di tali ambienti pericolosi.

Si segnala poi che si è tenuti ad effettuare un’adeguata e opportuna valutazione dei rischi correlati alle attività da svolgere, al fine di decidere quali misure siano necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori. Per quanto riguarda i lavori che si svolgono all’interno di spazi confinati, questo implica l’identificazione dei pericoli presenti, la valutazione dei rischi e l’individuazione delle misure precauzionali da prendere.

 

Infortuni e asfissia: quali sono i rischi connessi all’uso dell’azoto?

La metodologia sviluppata ha consentito di analizzare in maniera sistematica e semi-quantitativa i rischi di asfissia, basse temperature e sovrappressioni legati all’utilizzo di azoto. In particolare, per il rischio di asfissia è stata sviluppato un metodo di calcolo per stimare le emissioni strutturali e puntuali di azoto nei locali lavorativi, e un modello matematico che consente di stimare le emissioni di azoto, sia durante le normali operazioni che in fase di emergenza, al fine di calcolare la conseguente diminuzione della concentrazione di ossigeno in ambiente.

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